Per la nostra rassegna sulle nuove professioni, oggi vogliamo approfondire il profilo dell’esperto di compliance, riportando, in parte, cenni di un articolo specifico pubblicato dal Sole 24 Ore, PROFESSIONI EMERGENTI (Ottobre 2019, Francesco Nariello).
L’esperto di Compliance è colui che cura e consolida l’immagine aziendale dal punto di vista della correttezza delle procedure e del rispetto delle norme. Tutto ciò, al fine di non incorrere in sanzioni che potrebbero danneggiare la reputazione dell’azienda nei confronti dei clienti, dei partner e di tutti gli stakeholders in generale.
Un esperto di compliance aziendale si occupa in definitiva anche degli aspetti strategici di una società. La sua attività è importante perché con essa si deve tendere a trovare le best practices del settore richiesto: è necessario cioè che sia rispettata da un lato la competitività aziendale, senza per questo violare o forzare le disposizioni normative.
Dalla sicurezza sul lavoro all’antiriciclaggio, dai reati ambientali alla cybersecurity. Il raggio d’azione della compliance – la verifica sulla conformità a leggi e regolamenti in un’azienda – va ormai ben oltre i campi normativi, più o meno consolidati, della responsabilità amministrativa delle imprese o della privacy. Si tratta di un’attività in crescita, che ha progressivamente superato i confini dei tradizionali ambiti bancario-assicurativo-finanziario per ampliarsi a tutti i settori produttivi e dei servizi.
Un trend che pone i professionisti della compliance, in prospettiva, tra le figure più richieste sul mercato.
Secondo gli operatori del settore, il fabbisogno di profili come compliance manager o analyst è destinato a crescere, in modo esponenziale, con la piena operatività – tra poco meno di un anno – della disciplina del nuovo Codice della crisi d’impresa, che incrementerà il fabbisogno di figure specializzate.
Si amplifica, quindi, «l’importanza della figura del compliance manager nelle aziende di qualsiasi natura e dimensione».
I profili più richiesti
Le figure ricercate sono essenzialmente tre: il compliance manager di alto livello dirigenziale (officer se di medio livello), con compiti di supervisione e coordinamento di uno staff dedicato; il compliance expert, con una specializzazione verticale su una determinata materia, come il Dpo sul fronte privacy; e, infine, gli analyst che – in realtà aziendali di maggiore dimensione – compongono il team che svolge le attività di monitoraggio sulla conformità normativa.
L’identikit dell’esperto della conformità è quello di un laureato in diritto o in economia (ma esistono indirizzi specifici), oppure in ingegneria gestionale, con un percorso post laurea – master o corso di specializzazione – in compliance. Può essere un valore aggiunto avere esperienza pregressa, magari in uno specifico settore (esempio: bancario). Porte aperte anche per le professioni ordinistiche, dagli avvocati ai commercialisti.
Tali figure possono essere collocate sia all’interno dell’impresa che ottenere incarichi di consulenza esterni.